Ancora adesso, così come all’inizio del mio percorso artistico, cerco ogni giorno di capire davvero cos’è per me la danza. Mi sveglio e ricerco tutti i giorni la danza, forse nella speranza di non trovarla mai. La danza per me esiste solo nel momento in cui si esegue ed è questa costante indagine che mi tiene in vita, fresco e in un rapporto intimo con quest’arte. La danza è un modo di vivere. Sento la danza, e la guardo ancora oggi come l’ho guardata la prima volta, è accogliere quello che l’essere umano ha dentro di sé in modo da esprimere attraverso il movimento, il gesto, lo sguardo e la proprio persona, quello che non riusciamo a dire con le parole. La danza è un sogno ad occhi aperti, la menzogna per eccellenza. State attenti ai venditori di sogni, la danza non è in vendita, ma si conquista lentamente con lavoro, sudore, e con un grande senso di umiltà. Quest’arte dello spettacolo dal vivo è probabilmente l’arte più difficile e completa tra tutte, poiché contiene tutte le altre forme d’arte in un modo interdisciplinare. Però a monte di tutto questo c’è la formazione. E’ importante ricordare che ogni artista potrà eccellere nel suo percorso solo se ha avuto una profonda e sfaccettata formazione. Ho avuto la fortuna di incontrare, studiare e lavorare con grandi artisti come Paul Sanasardo, Martha Graham, Alvin Nikolais, Pina Bausch, Robert Cohan, Jerome Robbins, Elsa Piperno, Anna Sokolow, Remy Charlip, Laura Foreman e tanti altri nomi storici. Ognuno di loro vive dentro di me e nel mio mondo creativo della danza.”